Alcuni stati studiano una tassa su WhatsApp e Telegram

Alcuni stati studiano una tassa su WhatsApp e Telegram

Non è la classica bufala, bensì un progetto di legge di cui si sta discutendo in Spagna e non solo.

Se anche tu utilizzi app di messaggistica come Telegram e WhatsApp, ti sarai certamente imbattuto almeno una volta in una notizia che parla di servizi a pagamento, almeno per WhatsApp. Però, stavolta, è la verità perché alcuni paesi europei stanno discutendo per introdurre una tassa che, ovviamente, andrebbe a ricadere sugli utenti. Andiamo a conoscere tutti i dettagli.

Dove Whatsapp è già a pagamento

Ti può sembrare strano e anche ingiusto, tuttavia il servizio di WhatsApp è gratuito in quasi tutti i paesi nei quali è disponibile, però non in tutti.

Infatti, già due anni fa in Uganda (Africa) è stata introdotta una tassa pari a 200 scellini ugandesi (corrispondenti a circa 0,05 dollari statunitensi) per ogni accesso ad app di messaggistica e chat. Quindi, valida sia per WhatsApp ma anche per Facebook, Twitter, LinkedIn eccetera.

Ci aveva provato anche il Libano che nel 2019 aveva deciso di far pagare 0,2 dollari statunitensi al giorno a partire dall’1 gennaio 2020 per l’utilizzo di WhatsApp. Però, dopo violente proteste di piazza la tassa è stata tolta.

WhatsApp e Telegram: la Spagna punta a tassarli

Invece, nelle ultime settimane se ne sta discutendo molto in Spagna. Lo stato spagnolo sta discutendo per tassare l’utilizzo delle app di messaggistica, quindi WhatsApp, Telegram ,Facebook, Skype, Messenger eccetera.

Ad oggi non c’è nulla di più delle discussioni in Parlamento, però si tratta di un disegno di legge che deve seguire il suo iter. Il disegno di legge mira a disciplinare il settore delle telecomunicazioni. Infatti, si vuole portare società come WhastApp e Telegram a registrarsi come operatori telefonici, in modo da far poi pagare allo stato iberico un canone, come già richiesto agli operatori tradizionali.

Probabilmente la tassa potrebbe riguardare gli operatori che fatturano oltre 1 milione di euro all’anno e la nuova tassa potrebbe essere applicata dal Governo nella misura di un 1 euro ogni 1.000 euro di fatturato.

Alla luce di tutto questo fermento, resta da capire come sarà calcolato il fatturato di aziende come Telegram e WhatsApp, perché ad oggi i loro servizi sono gratuiti.

Nel caso in cui alcuni paesi decidano di introdurre davvero una tassa simile, è probabile che le stesse società di messaggistica decidano di trasferire all’utente una parte o tutto l’importo della tassa.

Se ci saranno ulteriori sviluppi ve ne daremo conto subito. Tu sei favorevole a pagare per utilizzare la tua app di messaggistica istantanea preferita? Faccelo sapere con un commento a questo articolo.

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Fonte VIA

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